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DIGITAL STORY EXPLORER 1.0 (DSE)

Un sistema multisensoriale per l’accessibilità museale e l’esperienza immersiva al Lazzaretto di Cagliari.

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BRIEF

TECNOLOGIE DIGITALI AL SERVIZIO DELL’ACCESSIBILITÀ MUSEALE

Il Digital Story Explorer è il prototipo di un sistema museale multisensoriale per la divulgazione museale accessibile progettato per raccontare in modo contemporaneo, immersivo e accessibile la storia delle architetture, delle città e del territorio. Il DSE nasce all’intersezione tra il progetto di architetture museali accessibili e di sistemi multimediali, interattivi e tattili. Proprio il lavoro transdisciplinare ha supportato la ricerca di un’esperienza totale che combinasse la multisensorialità e il coinvolgimento fisico dei visitatori per renderli fruitori attivi della narrazione

In questa sua prima applicazione (DSE 1.0) il sistema è stato sviluppato per la mostra permanente “Lazzaretto Ieri e Oggi” ideata e curata dalla Cooperativa Sant’Elia 2003 e visitabile presso il Lazzaretto di Cagliari dal 13/05/2022.

Con il DSE proseguiamo la nostra ricerca progettuale nel campo dei dispositivi e degli allestimenti museali immersivi con l’obiettivo di amplificare e risvegliare le abilità sensoriali diversificate dei visitatori combinando l’architettura stessa degli allestimenti con modalità di coinvolgimento innovative. L’uso di tecniche di progettazione e produzione avanzata, tra cui la stampa 3D, diventano strategiche per ideare percorsi immersivi cuciti sui contenti da raccontare in cerca di una esperienza originale e gratificante.

Il DSE amplifica la ricerca condotta per il progetto APTICA, un’interfaccia multisensoriale per l’accessibilità museale delle opere pittoriche, e per la realizzazione dei modelli tattili e interattivi dei siti nuragici di Genna Maria e Serri sempre nell’ambito del progetto Over the View del CRS4 nel 2020 e si spinge ad una scala superiore dove anche lo spazio allestitivo e i suoi elementi costituenti, inclusi i supporti per gli oggetti in esposizione, acquisiscono un ruolo fondamentale per l’esperienza.

Crediamo che le tecnologie digitali, così come l’uso di sensori, di animazioni 3d, il videomapping e le proiezioni immersive, le interfacce digitali e tattili di navigazione e la fabbricazione digitale siano strumenti eccezionali per creare un’esperienza contemporanea dal forte impatto, ma crediamo che per un’immersione totale la tecnologia non sia sufficiente. Crediamo invece che l’architettura dell’allestimento, intesa in senso stretto, a partire dalla materialità stessa degli elementi che la compongono, abbia un ruolo primario nel creare suggestioni che inneschino il coinvolgimento fisico e emotivo nello spazio museale.

DESIGN PER TUTTI DALLO SPAZIO AI MEDIA

Lavoriamo per sfumare i confini tra i sensi attraverso la fisicità dell’allestimento e la multimedialità, crediamo infatti che il design stesso dell’allestimento e dei pezzi che lo compongono, come i podi di supporto per gli oggetti in esposizione, rivestano un ruolo centrale per creare un’atmosfera immersiva e stabilire un coinvolgimento immediato con i visitatori, guidandoli in modo ricercato verso fruizione dei contenuti.

Questa integrazione ricercata tra tecnologie e design degli oggetti allestitivi trova proprio nell’interfaccia grafica di esplorazione l’elemento di unione che favorisce l’ibridazione tra più sensi permettendoci di prenderci particolare cura dei visitatori più svantaggiati. Componente immateriale del processo immersivo è dunque il sistema di navigazione ideato per il DSE 1.0, dotato di touch screen e di una interfaccia per l’esplorazione tattile, che mette in connessione il modo fisico del modello dinamico in scala dell’architetta del Lazzaretto con quello dei contenuti digitali che di volta in volta vengono richiamati dall’utente durante l’esplorazione.

Il DSE 1.0 è stato realizzato per raccontare la storia del Lazzaretto di Cagliari al tempo della peste. La narrativa si sviluppa attraverso un plastico dinamico, interamente realizzato tramite stampa 3D, che mostra come erano articolati gli spazi all’epoca. Grazie alla combinazione di materiali trasparenti e opachi il DSE 1.0 racconta la struttura al 1833 (secondo il progetto del Capitano Alberti), mentre un sistema di illuminazione dinamico accompagna visivamente l’esplorazione seguendo le azioni del visitatore sul sistema di navigazione fino a dentro le singole stanze di cui si raccontano le storie. Proprio le stanze prendono vita attraverso la riproduzione delle animazioni della graphic novel “Bartolomeo Salazar, L’ultimo medico della peste” realizzata dall’artista Stefano Obino che sono visualizzate a schermo e proiettate sulla parete prospiciente il modello con una voce narrante che ci fa immergere suggestivamente tra fatti storici e memorie tramandate.

SUPPORTI ALLESTIVI AVANZATI PER L’ACCESSIBILITA’

I supporti espositivi diventano oggetti articolati e ricercati per ricoprire un ruolo fondamentale nell’esperienza del visitatore e acquisiscono una nuova dignità e intensità progettuale.

Il podio che contiene il modello dinamico e la postazione di navigazione del DSE nascono dalla ricerca di una configurazione che “per forma” potesse guidare fisicamente l’esperienza dei visitatori. Nella sua configurazione finale, le due strutture sono espressione di una particolare attenzione verso i più piccoli e verso chi necessita di sistemi accessibili. La fusione delle diverse necessità è stata resa possibile proprio grazie ad una progettazione integrata e informata dalla logica dei processi di fabbricazione digitale che sarebbero stati adottati per la produzione delle parti costruttive.

La struttura in legno del podio, prodotta nel laboratorio interno di ALO, vincola la distanza di osservazione dello spettatore limitando, soprattutto per i più piccoli, la possibilità di toccare le strutture del plastico, ma allo stesso tempo favorisce la totale fruibilità da punti di osservazione sia alti che bassi. Abbiamo esplicitamente voluto eliminare la necessità di una tradizionale teca trasparente protettiva, eliminando ogni possibile barriera invasiva tra l’osservatore e il modello. Come ulteriore protezione del DSE, un sistema sensori crea una barriera invisibile che abilita un segnale di allarme se oltrepassata.

Ancora, il telaio metallico della postazione di navigazione consente ad un visitatore disabile che necessiti di una carrozzina di avvicinarsi frontalmente al monitor e alle tavole tattili di navigazione senza ostacoli e e di vedere, allo stesso tempo, la quasi totalità del plastico e delle stanze dentro cui si sviluppa il racconto senza doversi spostare.

STAMPA 3D E FABBRICAZIONE DIGITALE, STRUMENTI CONTEMPORAEI PER L’ACCESSIBILITÀ MUSEALE

Affrontare il tema dell’accessibilità museale ha forti implicazioni rispetto alle caratteristiche fisiche e costruttive di un allestimento che si preoccupi di offrire un’esperienza gratificante e completa per tutti.

Solo pochi anni fa, il DSE non sarebbe stato realizzabile con tempi e risorse economiche sostenibili. Grazie invece al costante lavoro di ricerca e sperimentazione che contraddistingue l’attività di ALO e grazie all’auto-produzione digitale di tutti i componenti fisici, abbiamo potuto ricercare, progettare e prototipare direttamente nel nostro laboratorio ogni singolo dettaglio costruttivo curando la qualità del prodotto finito.

Abbiamo sfruttato tutte le tecnologie a nostra diretta disposizione, le strutture portanti sono state realizzate tramite fresatura robotica a sei assi e con la stessa tecnica abbiamo realizzato lo stampo dello scudo superiore in vetroresina; le parti del modello architettonico del Lazzaretto sono invece state tutte realizzate tramite la stampa 3D stereolitografica che ci permette di ottenere risultati di elevata qualità con la riproduzione accurata di dettagli minuti. Proprio la qualità dei dettagli cattura l’attenzione e diventa strumento per incuriosire e stabilire la connessione tra contenuto e visitatore.

Sempre con la stampa 3D è stato possibile realizzare le tavole tattili, che in modo semplificato permettono di esplorare con le mani la distribuzione del piano terra e primo piano e scoprire come erano organizzati gli spazi all’epoca della peste. Le due tavole integrano i sensori tattili che abilitano la riproduzione di tutti i contenuti multimediali disponibili e fruibili anche attraverso il monitor touch.

L’ERBARIO, LA MASCHERA DEL MEDICO DELLA PESTE E I TOTEM MULTIMEDIALI

All’interno della mostra Lazzaretto Ieri e Oggi” si trovano altri due elementi singolari, la Maschera del medico della peste e l’Erbario. Il primo pezzo è un podio tridimensionale che contiene una riproduzione della maschera del medico della peste derivata tramite scansione 3D dalle maschere utilizzata nel carnevale veneziano. Il pezzo è stampato in 3D con resina trasparente per mostrare le erbe che venivano inserite nella parte frontale del becco così da filtrare e purificare l’aria respirata dal Medico della Peste per evitare il contagio. Il podio che contiene la maschera, anch’esso cerca di guidare le persone a posizionarsi intorno alla maschera mentendo una certa distanza. La forma del podio crea tre punti di osservazione preferenziale, delle bolla dentro cui fermarsi a osservare la maschera mente un sistema motorizzato la fa ruotare per mostrare le erbe contenute al suo interno. Un approccio differente rispetto a quello più tradizionale dove si lascia ai visitatori la possibilità di accalcarsi di fronte all’oggetto in esibizione senza spesso consentire una fruizione personale e di qualità.

L’erbario è invece una capsula del tempo, un frammento del paesaggio circostante dove venivano raccolte le erbe usate al Lazzaretto da medici e infermieri. Ancora una volta per forma l’erbario vuole creare una nuova suggestione, quasi a ricreare in modo sintetico l’esperienza della raccolta delle erbe. Da qui la figura articolata si sviluppa con una serie di elementi verticali pensati per accogliere le illustrazioni dell’artista Stefano Obino che ritraggono le erbe utilizzate.

Ogni elemento, con la sua altezza richiama la dimensione reale delle piante per potenziare la percezione e l’esperienza e ogni illustrazione è accompagnata da un’ampolla in vetro che contiene un campione reale della pianta, raccolto nei dintorni del Lazzaretto e annegato nella resina per conservarne l’aspetto naturale. L’erbario è un pezzo che ambisce a creare un’esperienza suggestiva, multisensoriale e quasi viva.

In fine, ma non meno importanti, l’allestimento include due totem multimediali. Formalmente derivati dalla postazione di navigazione del DSE sono dotati di schermo tattile, sistema ausio integrato e un sistema grafico di navigazione personalizzato con schermo touch creato ad hoc per favorire la navigazione tra i materiali di archivio (testi, immagini e video) raccolti per la mostra.

INNOVAZIONE E MAESTRANZE LOCALI

Siamo orgogliosi del fatto anche il DSE sia stata un’occasione tanto di innovazione quanto di valorizzazione delle collaborazioni sul territorio e delle molteplici professionalità coinvolte che ci hanno affiancato.

Un ringraziamento speciale va anche a chi ha fatto parte di questa avventura dentro ALO, un particolare apprezzamento va alla dedizione dimostrata da Joshua Terranova nel curare il lavoro di sviluppo dei sistemi software e hardware che gestiscono la meccatronica che anima il DSE 1.0, la GEA per la complessa finitura delle strutture in legno del DSE lavorate a controllo numerico nel nostro laboratorio, la carpenteria di Riccardo Curreli per l’attenta realizzazione dei telai metallici strutturali per le postazioni di esplorazione con schermo tattile del DSE e DSE ce. e la FG Kayak di Gianluca Basciu per la realizzazione dello scudo in materiale composito del DSE.

Brief

+ Photographer

Marco Verde

+ Year

2021-2022

+ Location

Cagliari

+ Keywords

musei, accessibilità, dispositivi museali accessibili, design, mani, Pinacoteca Nazionale di Cagliari, Direzione Regionale Musei Sardegna

Team
Marco Verde
Joshua Terranova (Sviluppo software e hardware per il sistema di gestione del DSE e DSE_ce)
Simone Oggiano (Modellazione 3D preliminare delle strutture del Lazzaretto al 1833)
Riccardo Dessì e Matteo Piras (Assisstenti di studio per la realizzazione della Maschera del medico della Peste)

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